MUSEO ANTONIO LIGABUE
26 marzo / 3 luglio 2022
fino al 13 novembre!
Umberto Tirelli
La Collezione d’Arte Tirelli-Trappetti, 1992-2022
Scopri giorni e orari di visita alla pagina dedicata
Comune di Gualtieri e Fondazione Museo Antonio Ligabue presentano la mostra Umberto Tirelli. La Collezione d’Arte Tirelli-Trappetti, 1992-2022, a cura di Nadia Stefanel. La mostra è prorogata fino al 13 novembre!
L’esposizione, allestita all’interno di Palazzo Bentivoglio a Gualtieri (RE), ripercorre la storia di Umberto Tirelli (Gualtieri 1928 – Roma 1990), il grande sarto del teatro e del cinema che ha vestito divi e divine della Dolce vita romana, vedendo i propri abiti esposti al Louvre, al Metropolitan, a Palazzo Pitti e al Museo del Costume di Tokyo.
La mostra, tuttavia, non si concentra sul lato pubblico di Umberto Tirelli e sulle sue importanti collaborazioni (Luchino Visconti, Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Jean Cocteau, Gae Aulenti, Federico Fellini, Franco Zeffirelli, Pier Paolo Pasolini e molti altri), bensì sul lato privato, sulla figura di un collezionista raffinato capace di costruirsi una raccolta d’arte su misura, a partire da profondi rapporti di amicizia con grandi artisti e costumisti.
La donazione Tirelli-Trappetti fu più di un lascito di fogli, progetti, grafiche e olii di grandi artisti del XX secolo, con cornici e supporti originali, e di due splendidi costumi, fu condividere con le persone del luogo il privato di Tirelli. Perché il suo privato? Perché quella collezione nasceva unicamente da legami di amicizia profondi, da momenti intimi in cui Tirelli collezionava, fra una chiacchiera amichevole e l’altra, piccoli disegni realizzati da grandi amici, che riempivano il suo cuore di quei sentimenti puri che solo i grandi possono avere.
Nadia Stefanel, curatrice della mostra
«Un dono raffinato quello che Dino Trappetti ha fatto a Gualtieri trent’anni fa, per trasportarci nell’atmosfera del quotidiano di Umberto Tirelli e farcelo rivivere attraverso fotografie, quadri e costumi emblematici per la sua carriera. Creando un filo immaginario e diretto con Roma, con la sua casa, con la sua sartoria e soprattutto con i suoi affetti e le amicizie più care e preziose, queste opere ce l’hanno reso più vicino e più intimo. Diamo merito all’Amministrazione Comunale di Gualtieri del 1992 di avere capito il valore e dato il giusto risalto a questa considerevole testimonianza del concittadino Umberto. Far rivivere e far conoscere alle nuove generazioni la figura di Umberto Tirelli, l’uomo, il collezionista, il maestro di stoffe e vestiti, l’“artigiano di bottega”, che col lavoro e col sacrifico è riuscito ad arrivare là dove aveva sempre desiderato essere, ci è sembrato un doveroso omaggio e tributo in occasione del trentennale della Donazione. Ringraziando ancora Dino Trappetti, per la lunga collaborazione e la vicinanza, e la famiglia Tirelli, per l’apporto ed il supporto fattivo, l’Amministrazione Comunale vuole condividere con tutti voi questa nuova veste e questa nuova chiave di lettura.
Mattea Gialdini, Assessore alla Cultura del Comune di Gualtieri
In esposizione
Tutte le opere esposte sono parte della generosa donazione effettuata nel 1992 da Dino Trappetti, successore di Umberto nella direzione della Tirelli Costumi, a favore del Comune di Gualtieri.
Umberto Tirelli era, infatti, profondamente legato alla sua città natale: «un legame – scriveva lui stesso – fatto di semplicità e immediatezza, ma anche di passioni e sentimenti». Con questa mostra, l’Amministrazione Comunale si propone di valorizzare e rendere maggiormente accessibili al pubblico le opere ricevute in dono e che, a loro volta, sono state perlopiù regalate ad Umberto Tirelli da grandi artisti e costumisti in nome di una sincera amicizia.
A trent’anni dalla donazione e a quattro anni dalla mostra “Umberto Tirelli. Ritorno a Gualtieri”, che raccontava la storia della sua sartoria, dai primissimi anni sino ai giorni nostri, attraverso abiti che hanno fatto la storia del cinema italiano e internazionale, il Comune di Gualtieri e la Fondazione Museo Antonio Ligabue promuovono l’avvio di un percorso di studio e catalogazione della collezione stessa, con un nuovo allestimento che ne favorisce la lettura da parte del pubblico, anche grazie all’ausilio di preziose testimonianze e pannelli di sala.
La mostra, allestita nel Salone dei Giganti, si apre con una serie di fotografie (che ritraggono, tra i tanti, Maria Callas, Albero Moravia, Ingrid Bergman, Jean-Paul Belmondo, Sofia Loren e Hubert de Givenchy), tratte da un album oggetto di donazione.
Il percorso espositivo si sviluppa, quindi, in due sezioni: da un lato gli schizzi, i bozzetti e le opere finite di noti personaggi del mondo del teatro che si cimentavano anche nella pratica della pittura – Bice Brichetto, Yannis Tsaroukis; dall’altro le opere realizzate da nomi altisonanti del panorama artistico a lui contemporaneo, come Balthus, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Lila De Nobili, Giosetta Fioroni, Renato Guttuso, Mino Maccari, Giacomo Manzù e Marino Mazzacurati.
Tra le opere di maggior interesse si segnalano, ad esempio, il “Ritratto di Romolo Valli” di Renato Guttuso, un’opera che rimase non finita per la prematura scomparsa di Romolo Valli (ufficialmente per la “mancanza” del modello, ufficiosamente perché Guttuso non amava eseguire ritratti), che l’artista mandò a Tirelli unitamente ad un’accorata dedica in segno di ringraziamento per avergli presentato l’attore, divenuto nel tempo anche un grande amico. Sono presenti in mostra anche “Michelina” di Balthus, un’opera a matita su carta dedicata ad Umberto Tirelli, “L’Angelo” a tempera su carta di Giorgio De Chirico, conosciuto in occasione di uno spettacolo per il quale realizzarono insieme i costumi, i bozzetti per costumi di Giosetta Fioroni e Mino Maccari, infine gli “Amanti” di Marino Mazzacurati, conosciuto a Gualtieri. Un corpus notevole è inoltre costituito dai lavori di Fabrizio Clerici, tutti legati a episodi di vita e amicizia.
Nell’attigua Sala Icaro, sono infine esposti due costumi che fanno parte della collezione: uno indossato da Romolo Valli nell’“Enrico IV” di Pirandello per la regia di Giorgio De Lullo e l’altro indossato da Romy Schneider in “Ludwig” di Luchino Visconti. A disposizione del pubblico anche alcune locandine originali, prestito della Tirelli Costumi.
Il progetto si completa con l’esposizione in Sala Giove e nel Torrazzo di quindici dipinti e cinque bronzi di grande valore di Antonio Ligabue selezionati e raccolti da Sergio e Francesco Negri, autorevoli esperti della sua produzione pittorica e scultorea.